Riportiamo qui di seguito una lettera aperta che Il Melograno Nazionale ha scritto alla ministra Azzolina.
Sperando non rimanga inascoltata, ne chiediamo la massima diffusione.
Un caloroso abbraccio
Scarica qui la lettera in PDF
LETTERA APERTA ALLA MINISTRA AZZOLINA
“Riuscirà Pollicino a ritrovare… la sua scuola?”
Carissima Ministra Azzolina,
Le scriviamo per sottoporre alla sua attenzione alcune nostre considerazioni legate alla fascia d’età delle persone zero – sei anni.
Il Melograno Centri Informazione Maternità e Nascita è un’associazione di promozione sociale che conta 17 sedi sul territorio italiano. Compirà 40 anni il prossimo anno. Una delle prime realtà associative ad occuparsi di maternità e nascita nel nostro Paese che ha acquisito come ricchezza nella sua lunga storia, il prezioso patrimonio di migliaia di esperienze e racconti di neo genitori. In particolare di donne, divenute madri e delle loro bambine e bambini nei primi tre anni di vita.
I centri Il Melograno sono sorti per sostenere una nuova cultura della maternità, della nascita e della prima infanzia, il riconoscimento del valore sociale della maternità, la promozione del diritto alla salute e all’uguaglianza di dignità delle donne e dei bambini, il rispetto dei bisogni dei protagonisti della nascita, secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Da quando è partita l’attuale emergenza sanitaria i bambini e le bambine, primi tra tutti, si sono trovati di colpo immersi in un tempo sospeso. In prima battuta sospesi dal loro tempo sociale, un tempo in cui avevano la possibilità di sperimentarsi e di socializzare non solo con i pari ma anche con adulti di riferimento diversi da mamma e papà, un tempo tutto loro in cui potersi esprimere al di là del loro ambiente famigliare.
Sostenere una nuova cultura della prima infanzia significa per noi, innanzitutto, dare voce ai molteplici bisogni e competenze dei bambini e delle bambine 0-6 anni.
E se partiamo dalla consapevolezza che i bambini hanno dei bisogni e delle competenze non possiamo esimerci dal riconoscere una valenza educativa significativa alle agenzie che si occupano di loro, nel loro tempo extra-famigliare.
In questi giorni di isolamento e di emergenza tante sono le notizie sulla didattica a distanza, sui pensieri che il Ministero sta facendo per fronteggiare l’emergenza anche da questo punto di vista. Si parla di lezioni, votazioni, esami di terza media e di maturità, di organizzazione.
Ciò che però mai viene nominato in questi contesti, sono le agenzie educative che si occupano dei piccolissimi, quelle senza votazioni o esami, senza un programma didattico ma con un progetto educativo: gli asili nido e le scuole dell’infanzia.
E’ ormai risaputo e riconosciuto il ruolo fondamentale che le esperienze dei primi anni di vita giocano nella costruzione dell’identità adulta futura.
I servizi educativi 0-6 anni operano scelte pedagogiche basate sulla centralità dei bambini e delle bambine nella loro globalità, riconoscendo il valore non soltanto alle attività e alle proposte ma soprattutto a tutto il contesto della quotidianità fatta di relazione, nutrimento, cura e “motivazione alla conoscenza”, attraverso l’attivazione delle potenzialità affettive, relazionali, cognitive.
La prova di questa forte competenza e funzione educativa dei servizi 0-6, risiede ora nelle iniziative di tante educatrici che in questo mese si sono attivate con i mezzi a disposizione, per tenere viva una relazione educativa con i loro bambini e bambine, in modo che questa necessaria interruzione sia meno traumatica e faticosa possibile, proprio per i piccoli.
Partendo da questi presupposti, molto ci preoccupa l’assenza totale dei servizi per la prima infanzia nei pensieri del Ministero. Come associazione che si fa portavoce dei bisogni dei bambini e delle bambine crediamo sia doveroso far emergere la necessità di far uscire questa fascia di età dall’invisibilità.
Il mondo delle bambine e dei bambini non può e non deve esaurirsi all’interno delle mura domestiche. Hanno bisogno di socialità, come necessità di rapportarsi con i loro pari e come “palestra comunitaria”; hanno il bisogno di sperimentare, che nell’isolamento è sicuramente un po’ limitata; hanno il bisogno di separarsi dai propri genitori e di entrare in relazione con altri adulti di riferimento con i quali mettere in campo aspetti diversi del proprio essere; il bisogno di sperimentare luoghi protetti diversi dalle mura domestiche.
Crediamo fortemente che sia necessario, a livello politico, non solo porsi delle domande su come meglio gestire l’organizzazione della didattica a distanza ma anche porsi delle domande sul come la stiamo gestendo e soprattutto su come vorremo gestire i mesi futuri.
Lo stesso Miur riconosce al sistema integrato 0-6 obiettivi specifici e di grande rilevanza pedagogica e sociale. In questa situazione emerge, infatti, prioritario “ridurre gli svantaggi culturali, sociali e relazionali promuovendo la piena inclusione di tutti i bambini e rispettando e accogliendo tutte le forme di diversità”. Al momento infatti abbiamo milioni di bambini in situazioni di rischio, senza protezione o in situazioni abitative e famigliari al limite o che non si possono permettere nemmeno di mantenere viva una relazione con gli adulti di riferimento a causa di mancanza di strumenti.
La chiusura/apertura delle agenzie della prima infanzia, come delle scuole, non può essere un problema della singola famiglia, ma deve essere un PROBLEMA DI COMUNITA’. Non per niente “per crescere un bambino ci vuole un villaggio”.
Senza fare retorica, se i bambini e le bambine sono il nostro futuro forse è proprio da loro che dovremmo ripartire. Possibile che quasi 3 milioni di bambini dai 0 ai 5 anni del 2019 non siano un problema collettivo?
Nidi e scuole dell’infanzia hanno il compito di “sostenere la primaria funzione educativa delle famiglie” e di “favorire la conciliazione tra i tempi di lavoro dei genitori e la cura dei bambini”. In questa situazione, in un’ottica di lento rientro alla normalità, i genitori che torneranno nelle fabbriche e negli uffici, come faranno?
La “babysitter” è realmente una soluzione facilmente percorribile per i genitori? E come faranno le numerosissime famiglie che ricorrono ai nonni, quando in questo momento proprio quella generazione è la generazione da proteggere?
Altro tema che ci sta molto a cuore… in tutti i ragionamenti che si sono susseguiti finora non abbiamo mai sentito parlare di come gestire al meglio i passaggi da un grado scolastico a quello superiore, soprattutto per quei passaggi che non prevedono un “rituale” come gli esami.
Davvero pensiamo che un bambino o una bambina possa passare dal nido alla scuola dell’infanzia o dalla scuola dell’infanzia alla primaria, senza alcun tipo di chiusura e di rito di passaggio? Leggeremmo mai un capitolo nuovo di un libro senza aver terminato il precedente? Ci capirei qualcosa, ne sarei pronto? O sarei quasi obbligato, in termini di necessità, a tornare indietro per fare chiarezza?
Anche questo è un problema del singolo genitore o di qualche educatrice particolarmente illuminata? O è una questione di comunità e quindi di competenza di chi dovrebbe “guidare” il pensiero?
Uno Stato o una società in grado di ripartire dai bambini e dalle bambine è uno Stato o una società adatta a tutti. In fin dei conti un ambiente fisico e sociale adatto ad un bambino, è alla portata di tutti.
E se questa emergenza ci portasse finalmente a ripensare alla nostra società a partire dai bambini e dalle bambine?
Ci sono cambiamenti nella vita delle persone che sono più profondi e significativi dei comportamenti che dovremmo adottare nei prossimi mesi. Una società che si ripensa partendo dalle bambine e dai bambini è una società che decide di prendersi in carico il Futuro di questo Paese.
Aprile 2020
Il Melograno Centri Informazione Maternità e Nascita
BREVIS: Formazioni brevi on line per sostenere educatori ed educatrici nella nuova fase
NotizieWebinar “Incontri aperti online per prendersi cura di chi cura ai tempi del coronavirus”
NotizieDal 7 maggio 2020, ogni giovedì dalle 17.00 alle 18.30:
“Incontri aperti online per prendersi cura di chi cura ai tempi del coronavirus”
Rileggere i temi centrali dei primi 1000 giorni a partire dalla straordinaria quotidianità della quarantena che stiamo tutti sperimentando.
Questi i titoli degli appuntamenti:
– Partorire nei giorni del virus
– A casa con un neonato
– Legami di latte
– Riuscirà Pollicino a ritrovare la sua Scuola?
– La morte raccontata ai bambini e alle bambine
– #iostonelsentire
A questo link troverete tutti i dettagli e il modulo per l’iscrizione: https://www.i1000giornidelmelograno.org/webinar/
Lettera aperta alla ministra Azzolina
NotizieRiportiamo qui di seguito una lettera aperta che Il Melograno Nazionale ha scritto alla ministra Azzolina.
Sperando non rimanga inascoltata, ne chiediamo la massima diffusione.
Un caloroso abbraccio
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LETTERA APERTA ALLA MINISTRA AZZOLINA
“Riuscirà Pollicino a ritrovare… la sua scuola?”
Carissima Ministra Azzolina,
Le scriviamo per sottoporre alla sua attenzione alcune nostre considerazioni legate alla fascia d’età delle persone zero – sei anni.
Il Melograno Centri Informazione Maternità e Nascita è un’associazione di promozione sociale che conta 17 sedi sul territorio italiano. Compirà 40 anni il prossimo anno. Una delle prime realtà associative ad occuparsi di maternità e nascita nel nostro Paese che ha acquisito come ricchezza nella sua lunga storia, il prezioso patrimonio di migliaia di esperienze e racconti di neo genitori. In particolare di donne, divenute madri e delle loro bambine e bambini nei primi tre anni di vita.
I centri Il Melograno sono sorti per sostenere una nuova cultura della maternità, della nascita e della prima infanzia, il riconoscimento del valore sociale della maternità, la promozione del diritto alla salute e all’uguaglianza di dignità delle donne e dei bambini, il rispetto dei bisogni dei protagonisti della nascita, secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Da quando è partita l’attuale emergenza sanitaria i bambini e le bambine, primi tra tutti, si sono trovati di colpo immersi in un tempo sospeso. In prima battuta sospesi dal loro tempo sociale, un tempo in cui avevano la possibilità di sperimentarsi e di socializzare non solo con i pari ma anche con adulti di riferimento diversi da mamma e papà, un tempo tutto loro in cui potersi esprimere al di là del loro ambiente famigliare.
Sostenere una nuova cultura della prima infanzia significa per noi, innanzitutto, dare voce ai molteplici bisogni e competenze dei bambini e delle bambine 0-6 anni.
E se partiamo dalla consapevolezza che i bambini hanno dei bisogni e delle competenze non possiamo esimerci dal riconoscere una valenza educativa significativa alle agenzie che si occupano di loro, nel loro tempo extra-famigliare.
In questi giorni di isolamento e di emergenza tante sono le notizie sulla didattica a distanza, sui pensieri che il Ministero sta facendo per fronteggiare l’emergenza anche da questo punto di vista. Si parla di lezioni, votazioni, esami di terza media e di maturità, di organizzazione.
Ciò che però mai viene nominato in questi contesti, sono le agenzie educative che si occupano dei piccolissimi, quelle senza votazioni o esami, senza un programma didattico ma con un progetto educativo: gli asili nido e le scuole dell’infanzia.
E’ ormai risaputo e riconosciuto il ruolo fondamentale che le esperienze dei primi anni di vita giocano nella costruzione dell’identità adulta futura.
I servizi educativi 0-6 anni operano scelte pedagogiche basate sulla centralità dei bambini e delle bambine nella loro globalità, riconoscendo il valore non soltanto alle attività e alle proposte ma soprattutto a tutto il contesto della quotidianità fatta di relazione, nutrimento, cura e “motivazione alla conoscenza”, attraverso l’attivazione delle potenzialità affettive, relazionali, cognitive.
La prova di questa forte competenza e funzione educativa dei servizi 0-6, risiede ora nelle iniziative di tante educatrici che in questo mese si sono attivate con i mezzi a disposizione, per tenere viva una relazione educativa con i loro bambini e bambine, in modo che questa necessaria interruzione sia meno traumatica e faticosa possibile, proprio per i piccoli.
Partendo da questi presupposti, molto ci preoccupa l’assenza totale dei servizi per la prima infanzia nei pensieri del Ministero. Come associazione che si fa portavoce dei bisogni dei bambini e delle bambine crediamo sia doveroso far emergere la necessità di far uscire questa fascia di età dall’invisibilità.
Il mondo delle bambine e dei bambini non può e non deve esaurirsi all’interno delle mura domestiche. Hanno bisogno di socialità, come necessità di rapportarsi con i loro pari e come “palestra comunitaria”; hanno il bisogno di sperimentare, che nell’isolamento è sicuramente un po’ limitata; hanno il bisogno di separarsi dai propri genitori e di entrare in relazione con altri adulti di riferimento con i quali mettere in campo aspetti diversi del proprio essere; il bisogno di sperimentare luoghi protetti diversi dalle mura domestiche.
Crediamo fortemente che sia necessario, a livello politico, non solo porsi delle domande su come meglio gestire l’organizzazione della didattica a distanza ma anche porsi delle domande sul come la stiamo gestendo e soprattutto su come vorremo gestire i mesi futuri.
Lo stesso Miur riconosce al sistema integrato 0-6 obiettivi specifici e di grande rilevanza pedagogica e sociale. In questa situazione emerge, infatti, prioritario “ridurre gli svantaggi culturali, sociali e relazionali promuovendo la piena inclusione di tutti i bambini e rispettando e accogliendo tutte le forme di diversità”. Al momento infatti abbiamo milioni di bambini in situazioni di rischio, senza protezione o in situazioni abitative e famigliari al limite o che non si possono permettere nemmeno di mantenere viva una relazione con gli adulti di riferimento a causa di mancanza di strumenti.
La chiusura/apertura delle agenzie della prima infanzia, come delle scuole, non può essere un problema della singola famiglia, ma deve essere un PROBLEMA DI COMUNITA’. Non per niente “per crescere un bambino ci vuole un villaggio”.
Senza fare retorica, se i bambini e le bambine sono il nostro futuro forse è proprio da loro che dovremmo ripartire. Possibile che quasi 3 milioni di bambini dai 0 ai 5 anni del 2019 non siano un problema collettivo?
Nidi e scuole dell’infanzia hanno il compito di “sostenere la primaria funzione educativa delle famiglie” e di “favorire la conciliazione tra i tempi di lavoro dei genitori e la cura dei bambini”. In questa situazione, in un’ottica di lento rientro alla normalità, i genitori che torneranno nelle fabbriche e negli uffici, come faranno?
La “babysitter” è realmente una soluzione facilmente percorribile per i genitori? E come faranno le numerosissime famiglie che ricorrono ai nonni, quando in questo momento proprio quella generazione è la generazione da proteggere?
Altro tema che ci sta molto a cuore… in tutti i ragionamenti che si sono susseguiti finora non abbiamo mai sentito parlare di come gestire al meglio i passaggi da un grado scolastico a quello superiore, soprattutto per quei passaggi che non prevedono un “rituale” come gli esami.
Davvero pensiamo che un bambino o una bambina possa passare dal nido alla scuola dell’infanzia o dalla scuola dell’infanzia alla primaria, senza alcun tipo di chiusura e di rito di passaggio? Leggeremmo mai un capitolo nuovo di un libro senza aver terminato il precedente? Ci capirei qualcosa, ne sarei pronto? O sarei quasi obbligato, in termini di necessità, a tornare indietro per fare chiarezza?
Anche questo è un problema del singolo genitore o di qualche educatrice particolarmente illuminata? O è una questione di comunità e quindi di competenza di chi dovrebbe “guidare” il pensiero?
Uno Stato o una società in grado di ripartire dai bambini e dalle bambine è uno Stato o una società adatta a tutti. In fin dei conti un ambiente fisico e sociale adatto ad un bambino, è alla portata di tutti.
E se questa emergenza ci portasse finalmente a ripensare alla nostra società a partire dai bambini e dalle bambine?
Ci sono cambiamenti nella vita delle persone che sono più profondi e significativi dei comportamenti che dovremmo adottare nei prossimi mesi. Una società che si ripensa partendo dalle bambine e dai bambini è una società che decide di prendersi in carico il Futuro di questo Paese.
Aprile 2020
Il Melograno Centri Informazione Maternità e Nascita
Attività on-line delle sedi Melograno
NotizieCare socie e cari soci,
vi proponiamo tutte le attività on-line che le nostre sedi in Italia stanno organizzando in questo periodo di “quarantena per tutti”, le trovate alla pagina www.melograno.org/on-line
Vogliamo continuare a starvi accanto mettendo come sempre al centro la Cura, anche se obbligati a modalità e strumenti diversi, sapendo che torneremo ad accogliervi nelle nostre sedi con una tazza di tisana o una fetta di torta, apprezzando ancor di più quando potremo tornare ad abbracciarci.
Cliccando sul nome dell’attività, verrete indirizzate alla pagina del sito o alla pagina FB della sede locale, dove troverete tutte le informazioni necessarie per saperne di più e per iscrivervi.
Potete accedere alle attività indipendentemente dalla vostra residenza, perché il tesseramento che avete fatto è valido per tutte le nostre sedi d’Italia.
#noirestiamoacasa … ma ci siamo!
Un abbraccio da tutte le operatrici della nascita delle sedi de
Il Melograno Centro Informazione Nascita e Maternità
Sospensione attività in sede
NotizieCare socie e cari soci,
visto il prorogarsi delle disposizioni per il contenimento del COVID-19 (Coronavirus) e per la massima tutela vostra, dei vostri bambini e delle vostre bambine, la sede del Melograno sospenderà le sue attività in sede fino a data da destinarsi.
Noi operatrici però ci siamo!
Siamo comunque a disposizione, tramite e-mail, telefono e WhatsApp (329 35 76 008).
Molte attività sono proposte on-line, tramite la piattaforma Zoom. Controlla il calendario delle proposte nel nostro sito per saperne di più!
Ne approfittiamo per condividere con voi le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità in merito a Coronavirus, gravidanza e allattamento:
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-gravidanza-parto-allattamento
Un caro saluto a tutte dalle operatrici del Melograno
Educatore di Nido in Famiglia
NotizieCorso di abilitazione professionale Regione Veneto (liv. eqf 4)
Prossimo corso in partenza: Verona 3 aprile – 21 giugno 2020 (iscrizioni entro il 6 marzo 2020)
Quali sono le opportunità che offre la professione di Educatore di Nidi in Famiglia?
📌 Conciliazione tra i tempi della propria famiglia e del lavoro.
📌 Possibilità di scegliere gli orari e i giorni di apertura.
📌 Annullamento delle distanze dal posto di lavoro.
📌 Opportunità di far parte di una rete territoriale, che garantisce supporto e formazione continui.
L’Educatore di Nidi in Famiglia, inoltre, è una figura professionale e qualificata, riconosciuta dalla Regione Veneto.
👩🏻🎓 Il nuovo corso partirà il 3 aprile, non perdete questa opportunità!
Qui trovi tutte le informazioni necessarie.
Formazione psicoeducativa sul Circolo della Sicurezza – Parenting: uno strumento per la sicurezza emotiva dei bambini
Corsi in partenzaPercorso formativo a favore di un gruppo di massimo 15 insegnanti delle scuola dell’infanzia di Treviso, finanziato dal Comune di Treviso, per il secondo anno consecutivo, con “TREVISO SCUOLA A 360°. PROGETTI PER CRESCERE A.S. 2019/2020”.
La “Formazione psicoeducativa sul Circolo della Sicurezza – Parenting: uno strumento per la sicurezza emotiva dei bambini” è volta all’apprendimento di una “mappa” chiara per leggere i bisogni dei bambini, attivare un accudimento sensibile e, soprattutto nei casi di disagio, avere uno strumento in più per coinvolgere i genitori.
Il percorso, inoltre, guida l’educatrice a riconoscere e gestire difficoltà personali e vulnerabilità normalmente presenti in ognuno di noi.
L’aspetto innovativo sta nella metodologia del percorso che consiste in un protocollo comprensivo di VIDEO, IMMAGINI E SCHEDE coinvolgenti, che aiutano a riflettere, a chiarirsi le idee su cosa sta accadendo, momento per momento, nella relazione col bambino.
I filmati sono stati realizzati con adulti che hanno partecipato al programma, durante interazioni funzionali e disfunzionali con i bambini: questo permette agli insegnanti di identificare alcune caratteristiche – pattern, riflettere sui propri bambini e agire con maggiore consapevolezza. Vedesi https://www.circleofsecurityinternational.com
Il COS-P è un nuovo programma di intervento psicoeducativo ideato negli Stati Uniti nel 2009 per supportare chi si occupa di bambini, bambine, ragazzi e ragazze, da 0 ai 18 anni di età. E’ riconosciuto a livello internazionale perché basato su cinquant’anni di ricerca sullo sviluppo della relazione genitore-bambino. Questa proposta costituisce una forte azione di prevenzione, intesa come la modalità più efficace nell’infanzia per intervenire sul disagio psicologico e sulle disarmonie dell’età evolutiva.
Il percorso formativo è composto da 8 incontri che si terranno di MARTEDI dalle 17.00 alle 1830 con il seguente calendario:
La formazione si svolgerà presso la sede de Il Melograno di Treviso e Idea Sociale Cooperativa, Via Francesco Baracca 14 – Treviso.
Dopo il percorso ci sarà un successivo incontro di supervisione in cui le educatrici potranno ragionare ancora su situazioni impegnative affrontate a scuola, a cui applicheranno il COS-P.
Per informazioni: silvia.zottarel@ideasociale.org.
I Prelibri – Percorso di formazione alla BRAT di Treviso
NotizieLa formazione propone un viaggio nel libro come prezioso strumento di lavoro nella relazione tra adulto e bambini della primissima infanzia.
Durante il corso verranno spiegati: il progetto, i significati dei Prelibri di Bruno Munari, il cui obiettivo era quello di creare un “campionario di sensazioni”, e come sceglierli nel percorso educativo.
Verrà data a ciascun partecipante, la possibilità di creare i 12 volumi e relativo contenitore, realizzati con materiali ispirati a I Prelibri.
L’attività si svolgerà presso la sede della libreria BRAT, Piazza Rinaldi 1/B Treviso, con la collaborazione dell’Associazione Il Melograno – Centro Informazione Maternità e Nascita di Treviso e Idea Sociale.
Guiderà il laboratorio Maria Cannata.
L’adesione è gratuita, su prenotazione, visto l’approccio operativo saranno accolti solo 15 corsisti.
Ecco il programma:
Sabato 14 dicembre ore 9.00-13.00 e 14.00-19.00
Domenica 15 dicembre 9.00-13.00
Info e prenotazioni 0422 658993 – brat@bibliotecatreviso.it
Piccoli bambini crescono
NotizieDomande e quesiti tra i tanti che attraversano la vita di madri e padri nei primi tre anni dei loro bambini e bambine.
Un percorso per farsi domande, per rendere il compito a volte faticoso dell’essere genitori una esperienza che apra alla meraviglia e alla curiosità.
Percorso condotto da Cristina Realini, pedagogista e operatrice della nascita Il Melograno.
POSTI LIMITATI – ISCRIZIONI ENTRO MARTEDI 19 NOVEMBRE scrivendo a centro@melogranotv.org
Durata: 7 incontri, un venerdì al mese dalle 21.00 alle 23.00.
Calendario incontri:
Quota di partecipazione: 150,00€ per il ciclo di incontri. Per partecipare è necessario essere soci.
Nascere nonni
NotizieQuando nasce un bambino o una bambina nascono anche nonni e nonne.
L’arrivo di un nipotino, di una nipotina porta con sé grandi regali per la nostra vita di genitori, di donne e uomini.
In particolare un nuovo modo di vedersi come madri e padri: i nostri figli e figlie non sono più solo figli, ma diventano a loro volta madri e padri.
Non solo, l’arrivo di un nipote ci apre alla scoperta, o riscoperta, di un nuovo modo di stare con un/a bambino/a piccoli, mettendo in gioco parti di noi che poco o forse nulla abbiamo potuto sperimentare con i nostri figli quando erano piccoli.
Di come ci vediamo oggi, di come ci vedono i nostri figli e i nostri nipoti parleremo durante questo ciclo di incontri.
L’ultimo appuntamento è invece dedicato ad un laboratorio creativo per divertirci insieme con i più piccoli.
Percorso condotto da Cristina Realini, pedagogista e operatrice della nascita Il Melograno.
POSTI LIMITATI – ISCRIZIONI ENTRO MARTEDI 19 NOVEMBRE scrivendo a centro@melogranotv.org
Durata: 4 incontri a cadenza mensile .
Calendario incontri:
Quota di partecipazione: 80,00€ per ogni ciclo di incontri. Per partecipare è necessario essere soci.